La terra sotto i piedi e le braccia al cielo - Daniele Silvestri a Napoli
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Daniele Silvestri @Palapartenope - Napoli
Ph.: Antonella Ciliberti
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Inizio dalla fine. Da quei minuti lunghi e intensi in cui
Daniele Silvestri ringrazia i suoi musicisti. Li invita ad uscire dalla loro
“comfort zone” protetta dai loro strumenti e li “costringe” ad avanzare, a
prendersi quel palco, quel calore, quegli applausi che meritano esattamente
quanto lui.
Sono belle le loro facce, i loro imbarazzi, i loro sudori, i
loro sorrisi e, soprattutto, i loro abbracci. E noi, ci godiamo questi
abbracci, vorremmo farlo anche noi, stringere ognuno di loro, per ringraziarli
per questa condivisione di bellezza e presenza, per questa armonia che abbiamo
percepito e vissuto, per la professionalità e la bravura di questi artisti, per
il viaggio straordinario che è stato questo concerto napoletano di metà
novembre.
Noi, ancora inebriati dalla forza liberatoria di “Cohiba” che
abbiamo urlato, sentito dentro e sparato fuori, quel Venceremos adelante, o
victoria o muerte che non è solo un verso politico “che ricorda”, ma è
anche un voler darsi la carica per affrontare a testa alta ogni singolo giorno
e ogni singolo ostacolo, un voler convincersi che lottando, si ottiene. Mentre
urlo, so che stiamo pensando tutti la stessa cosa.
E liberatorio è quel …de li mortacci tua che incorona
“Testardo” come momento clou e irrinunciabile di ogni concerto di Silvestri. E
lui lo sa bene, è il primo a divertirsi, il primo a cui scoppia quel sorriso
sornione che amiamo tutti, e che ce lo fa amare come un amico che conosciamo da
una vita.
Perché è così: Daniele ci accompagna da una vita con la sua
musica e questi suoi anni di carriera appartengono a lui quanto a noi. Il suo
percorso artistico, i suoi brani strepitosi, andando indietro nel tempo, nel
passato condiviso, nelle immagini di costume e cronaca che passano sugli
schermi, ci hanno affiancato e sostenuto attraverso gli anni ’90 e 2000,
apparentemente con leggerezza, ma andando in profondità nelle cose, nei fatti,
nella quotidianità, nella storia, nella vita.
“Il mio nemico”, “Occhi da orientale”, “Salirò”, “La
Paranza”, “Gino e l’alfetta”, “L’uomo col megafono”, “Le cose che abbiamo in
comune”. “A me ricordi il mare”, sono tutte, a loro modo, canzoni d’amore.
Amore per una donna, amore per il mestiere della musica, amore per la propria
passione, amore per l’ironia, amore e volontà di interrogarsi attraverso le
canzoni, la voglia di esserci, la voglia di dire, la voglia di farci aprire gli
occhi. Da un punto di vista privilegiato, forse, ma comunque vero, sentito,
vivo. E le cantiamo tutti, persi in questo rito collettivo di mani alzate e sorrisi
che non vorremmo finisse mai.
E poi l’ultimo album. Bellissimo. Ho amato ogni brano e
suonati e cantati dal vivo sono una conferma straordinaria. A cominciare da
“Argento vivo”, bella e profonda anche sul palco, con la voce e il volto di
Manuel Agnelli che incombe dagli schermi, presenza sentita e possente, e il rap
di Rancore, vera rivelazione del concerto al Palapartenope: preciso, potente,
tosto, come il testo da brividi di questo capolavoro. E la sua “Arlecchino”
ammutolisce tutti.
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Daniele Silvestri @Palapartenope - Napoli
Ph.: Antonella Ciliberti
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“Prima che”, “ Tutti matti”, “La cosa giusta”, “Concime” e
“La vita splendida del capitano” sono gioielli, ognuna di loro ha versi che
sono perfetti, versi in cui ti riconosci, parole che avevi in mente ma non
sapevi pronunciare, verità che custodiamo dentro di noi.
Ed è forse questa la specialità e la grandezza di Daniele
Silvestri: saper mettere in musica e in versi una poetica che, forse,
appartiene a tutti noi. Non solo sentimenti, ma stati d’animo, attimi,
considerazioni ed emozioni. Fotografie e istanti che spesso ci affanniamo a definire
e che lui ci mette lì, in parole e musica.
Uno di quegli artisti che nel tempo ci ha definiti e
raccontati, accompagnati e divertiti. Uno di quegli artisti mai scontati, a cui
vuoi bene e sai di ritrovare sempre lì, anche se per un po' li hai trascurati.
Daniele Silvestri sarà sempre lì a raccontarti qualcosa di
te stesso, a trovare le parole che tu non hai.
Grazie Daniè.
https://www.danielesilvestri.it/
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