Vent'anni sulla tua strada. Cronaca di un concerto






Seguo Ligabue dal 1999, oramai venti anni, passati alla velocità della luce. Non sono quindi una fan della prima ora e un po' mi dispiace perchè forse mi sono persa gli anni più belli, non sempre sono costante, ma almeno una data per ogni tour cerco di farla.

Quest'anno voglia pari a zero, probabilmente perché non ho amato l'ultimo album, a differenza del precedente Made in Italy che ho ascoltato fino alla nausea. Le polemiche su questo tour si sono sprecate sin dall'inizio, per le presenze inferiori alle aspettative, per l'album, le scalette e quanto altro.

Decido per Bologna, un sabato sera d'estate dalla temperatura decisamente hot e vado da sola, posto numerato perchè oramai c'ho un'età anche io.

Il palco è enorme, spettacolare, ma la domanda è: riuscirà  Luciano ancora ad emozionarmi? O sarà un concerto tecnicamente riuscito ma che non mi ha toccato l'anima?

Partenza puntuale, le luci si accendono e inizia una ritrovata magia. Perfino le canzoni dell'ultimo album, che continua a non piacermi, sentite live funzionano ma è sul vecchio repertorio che  Ligabue torna letteralmente a risplendere.

Il set acustico fa scendere le prime lacrime: Ho messo via, Ho perso le parole e Leggero eseguite in sequenza voce e chitarra mi fanno ricordare perché lo seguo e perché nonostante tutto  mi  piace. Poi si scatena l'elettrico: senza dirle tutte ma Balliamo sul mondo, A che ora è la fine del mondo, Vivo morto o X e la mia preferita Libera nos a malo, liberano davvero il cuore e l'anima, mi  fanno ricordare la precisone e la bellezza di certi testi che magari canticchiavo senza badarci troppo.

Lo stadio bolognese è bello carico, Luciano rinfrancato dal pubblico sorride, la band funziona ed è davvero una festa.

La scaletta prevede anche la mia canzone del cuore, Quella che non  sei, dove Ligabue è riuscito per me a interpretare al meglio l'animo femminile.

Ci avviamo verso la fine, non può mancare Certe notti che anche se ho sentito centinaia di volte è un must della scaletta e questa sera ancora di più, con le mille lucine a illuminare uno stadio di persone felici di essere lì, caldo non solo per la temperatura.

E' il momento dell'ultima canzone, dei saluti che mai ho sentito così sinceri da parte di Luciano, quel suo “Vi voglio bene” non di circostanza. Poi partono le prime note, tutti la riconosciamo e siamo pronti a sgolarci finchè avremo gambe e fiato: URLANDO CONTRO IL CIELO!

Grazie Luciano, è stato bello ritrovarti.


Silvy








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