Bellissimo


Quando entro in una libreria, a meno che non abbia già le idee chiare su cosa acquistare, lascio che sia il libro a scegliere me. Magari è la copertina a conquistarmi, oppure un titolo avvincente. Quando, invece, vado a trovare la mia amica Chiara, che gestisce una splendida libreria, lascio a lei questo compito. L’ultima volta che ci siamo viste, sono uscita dal negozio con le braccia piene di libri, tra cui quello di cui ho intenzione di raccontarvi un po’.
“Bellissimo” (2017, Edizioni e/o) è un romanzo di Massimo Cuomo, ambientato a Mérida, una cittadina del Messico. Siamo nel 1976, nel giorno in cui il piccolo Santiago Moya, 5 anni, assiste alla nascita di suo fratello Miguel. Tutti, Santiago compreso, capiscono sin da subito che Miguel non è un bambino come tutti gli altri, ha qualcosa che lo rende speciale: è dotato di una bellezza disarmante e stupefacente che sconvolge e conquista chiunque lo veda. Bellezza ereditata esclusivamente dal padre, Vicente.
L’intera popolazione di Mérida, in primis Vicente, considera Miguel una sorta di entità suprema, “el niño divino”. Cominciano così processioni e feste continue, soprattutto quando il bambino si salva miracolosamente da una grave difterite. Sua madre, Maria Serrano, si rende conto della meravigliosa unicità del figlio più piccolo, ma cerca di non farlo notare, soprattutto per non dare dispiacere a Santiago.
Crescendo, le differenze, non solo fisiche, tra Santiago e Miguel si denotano sempre di più. Santiago è quello più insicuro, timido, che vive una sorta di complesso di inferiorità nei confronti del fratello che, invece, si mostra coraggioso, sicuro di sé e gran seduttore. Se infatti Miguel può avere, e in parte ha, tutte le ragazze di Mèrida, Santiago si rifugia tra le accoglienti braccia di una prostituta.
Se da un lato c’è la bellezza straordinaria di Miguel, dall’ altro c’è un carattere altrettanto particolare, segnato da  una sorta di frenesia, un’impossibilità a stare fermo fisicamente, mentalmente e sentimentalmente. Scopre così quel senso di sconfinata libertà che solo i viaggi sanno regalare, alla ricerca di una vita senza regole e senza catene.
Santiago anche inizia a viaggiare, ma con la fantasia e lo fa grazie ai romanzi. Ed è così che si innamora di Soledad, l’unica ragazza di Mèrida a non aver ceduto all’ incantesimo di Miguel. I due si frequentano per parlare di libri, si perdono e dopo qualche anno si ritrovano più innamorati di prima, ma uno stupido equivoco li farà allontanare per sempre. Una sera, infatti, Miguel vede Soledad e non sapendo che è la fidanzata del fratello cerca di approcciarla, ma Santiago assiste alla scena e colpisce Miguel con un pugno.
Miguel decide di partire di nuovo (poco dopo anche il padre abbandonerà la famiglia per fuggire con la bella Frida e il circo con cui lavora). Ma quest’ultimo viaggio è per Miguel quello della scoperta e della consapevolezza di sé. Si rende conto che la sua bellezza è un’arma a doppio taglio che seduce e conquista, ma ferisce. Ferisce le donne che ama, ma soprattutto suo fratello.
Santiago riceve una lettera scritta da Miguel e, spinto dalla madre, si mette sulle tracce del fratello. Ed è proprio in queste ultime pagine che il romanzo, già bello, diventa, appunto “bellissimo”. Assistiamo alla presa di coscienza dell’amore che i due fratelli provano l’uno per l’altro, e a come, in un certo senso, si trasformino.
Ho letto questo libro di Massimo Cuomo nel giro di pochi giorni, mi sono sentita rapita e trasportata nei luoghi e nella storia che racconta. L’ho amato per le meravigliose descrizioni del Messico, dei suoi paesaggi assolati e polverosi, dei suoi meravigliosi “cenotes”, le grotte con presenza di acqua dolce. L’ho amato per la sua bella scrittura, scorrevole, ma piena di dettagli. Per come descrive con accurata delicatezza un rapporto all’ apparenza superficiale e di rivalità che poi si rivela profondo come pochi. L’ho amato per come approfondisce la natura dei vari personaggi, soprattutto come ci racconta la crescita e la maturità, non semplici, di Miguel. 
Ma quello che più mi ha colpito di questa storia è il personaggio di Santiago, nel quale forse mi rispecchio un po'. Un personaggio pacato, chiuso in sé stesso che vive all’ ombra del bellissimo fratello, che vede come una sorta di rivale, come qualcosa di superiore e altro da lui, qualcosa da ammirare, ma anche dal quale diffidare. E’, però,  proprio grazie a Miguel che ha la possibilità di maturare e sbocciare. Un piccolo bruco pronto a spiccare il volo e diventare una bellissima farfalla.

La Ciamby




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