La meraviglia di una serata Subsonica
Ballare e urlare a squarciagola (e stonare): i concerti
dovrebbero essere tutti così. Perché, non importa il genere, ma la musica deve
farti sentire così: parte di qualcosa. Un rito collettivo che dura un paio d’ore,
in cui tutti lasciano andare i freni inibitori, dove qualcuno dal palco ti
trascina in un vortice di ritmo, parole e luci. Qualcuno che ti ipnotizza e ti
meraviglia allo stesso tempo. Qualcuno che ti caccia fuori quella smania che
hai dentro e che reprimi, coscientemente o no.
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Subsonica - Arena Flegrea - NoisyFest - Napoli
Ph.: Antonella Ciliberti
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Ieri sera il concerto dei Subsonica all’Arena Flegrea di
Napoli per il Noisy Festival è stato questo: due ore di potenza, due ore di coinvolgimento
totale e sorrisi. Due ore di risveglio.
E’ la prima volta che li ascolto dal vivo, non sono mai
stata una loro fan nel senso vero del termine, ma ho scoperto che conosco tutte
le loro canzoni (almeno quelle cult) e il merito anche stavolta è di mia
sorella, sempre avanti, che da adolescente sparava in casa le loro canzoni (e
quelle di molti altri artisti meravigliosi) e ti costringeva ad impararle,
volente o no. Io ero sempre distratta da altro, dalla mia di musica o da un
libro, dallo studio, dalle mie chiusure, chissà. Ma la sua musica c’era sempre
e, in fondo, tutta la nostra vita è andata avanti così: un influenzarci
continuo, inconscio forse, ma costante, un intrecciarsi di esperienze e suoni e
immagini e parole, che ci ha fatto diventare quello che siamo, con un bagaglio
di ricordi in comune e tanti altri da costruire e mettere in valigia, di cui
ridere e piangere insieme. E che andrà avanti per sempre.
I Subsonica fanno parte di questo bagaglio e lo sarà questo
concerto, in cui abbiamo ballato e riso e cantato come non mai.
Tutta la band è ipnotica, instancabile. Samuel non sta fermo
un attimo, si muove continuamente e trascina tutti noi nei suoi movimenti, quelli
di sempre, quelli inconfondibili, maneggiando quel suo doppio microfono, marchio
di fabbrica. Inconfondibili sono i movimenti di Boosta, la sua postazione
futurista, la sua postura. E la potenza di tutti gli altri musicisti, la loro
voglia di darci il meglio, nonostante la stanchezza, ammessa proprio da loro, per
il concerto della sera prima a Roma. Ma è una stanchezza che noi non avvertiamo
minimamente, tanta è la forza con la quale ci trascinano e che, spero, sia reciproca.
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Subsonica - Arena Flegrea - NoisyFest - Napoli
Ph.: Antonella Ciliberti
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Il palco è grande, è bello. Sullo sfondo, scorrono le
immagini di telecamere posizionate strategicamente per riprendere la band.
Samuel sembra preoccupato dalla distanza fisica che c’è tra il palco e il
pubblico, forse è l’unico difetto dell’Arena Flegrea, che di contro, è luogo
ideale per i concerti perché la visuale è ottima da ogni posto e l’impatto
visivo di chi suona credo sia da togliere il fiato. La distanza si colma subito,
bastano poche note.
Nuova Ossessione, Discolabirinto, Up
Patriots to Arms, Liberi tutti, Aurora sogna, Tutti i miei
sbagli, Abitudine, La Glaciazione, Nuvole Rapide, Il
cielo su Torino, Incantevole, L’Odore, sono un delirio
di braccia alzate, parole al vento unisone e liberatorie, corpi che si muovono
trascinati da un suono ritmato e poi sinuoso. E non puoi fare a meno di
guardarle, tutte queste persone, parte integrante dello spettacolo, di ogni età,
di ogni esperienza che lasciano a casa i problemi, che coinvolgono i figli
piccolini, le bimbe sulle spalle di papà quarantenni a cantare con loro, che
perdono ogni freno e si dimenano, stonano, saltano, si divertono, alzando le
voci e le braccia al cielo, muovendosi a ritmo. Siamo tanti, siamo belli, e io
mi sento viva in mezzo a loro.
Un concerto potentissimo, un’esperienza fantastica.
Un concerto potentissimo, un’esperienza fantastica.
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Subsonica - Arena Flegrea - NoisyFest - Napoli
Ph,: Antonella Ciliberti
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Antonella Ciliberti
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